È sera, Mario si dirige all’uscita, guarda il cellulare, è mezzanotte.
Raggiunge la porta dell’officina, è l’ultimo.
Spegne le luci, fa per aprire la porta ma è aperta.
Strano, l’avrà dimenticata qualcuno.
Esce, un grosso mazzo di chiavi è nella toppa esterna.
I soliti distratti, meglio portarlo ai guardiani.
Prova a sfilarlo ma rimane incastrato.
Pazienza.
Attraversa il cortile dove le bisarche sono parcheggiate silenziose, piene di auto nuove.
In giro non c’è nessuno.
Raggiunge la guardiola ma il guardiano non c’è.
Il cancello che da sulla strada è socchiuso.
Mario è stanco, passa il badge e sale sulla sua Punto.

SCENA 2

È sera, Mario si dirige all’uscita, guarda il cellulare, è mezzanotte. Raggiunge la porta dell’officina, è l’ultimo. Spegne le luci, fa ...


Side 3. 30 novembre anno 96 dell'era spaziale.

Il piccolo taxi van si ferma esattamente nel punto indicato sulla mappa del navigatore automatico, dalla vettura scende un individuo alto magro con un mezzo sorriso stampigliato sulla bocca, indossa un impermeabile corto blu sopra un completo bianco. L'uomo imbocca la strada camminando lentamente e seguendo le istruzioni del suo palmare, ad un tratto un paio di grossi goccioloni cadono sul suo impermeabile. "Accidenti" pensa colto alla sprovvista "devo trovare un posto dove... ecco laggiù!" Rapidamente l'uomo corre sotto la pensilina della fermata dell'autobus, appena in tempo per evitare di venire investito da un improvviso acquazzone. "Caspita avrei dovuto ricordarmi che nei bunch questi acquazzoni improvvisi sono frequenti!" pensa osservando serafico la pioggia cadere.
Dopo pochi minuti veloce com'era iniziata la pioggia cessa di colpo. Con passo rapido l'uomo si dirige lungo il piccolo viale alberato che conduce ad un enorme complesso abitativo a forma di croce. Durante il cammino rilegge le informazioni contenute nel suo palmare, confrontandole ogni tanto colla mappa del programma di navigazione, ad un certo punto si ferma di fronte all'entrata del complesso davanti ad un display, inserisce un nominativo e sul video appaiono le informazioni dell'indirizzo. "Eccoci qua: complesso abitativo 15, blocco est, appartamento 123 al 3° piano. Perfetto, e sono anche in orario... sto diventando puntuale!" Il sorriso sarcastico gli si allarga sulla bocca, mentre si dirige verso il blocco est dell'imponente costruzione. Una volta giunto all'entrata del blocco, l'uomo si avvicina al videocitofono, ed inserisce il nominativo della persona cercata, l'apparecchio emette un suono basso e ritmato e dopo pochi secondi sul video appare il volto di un signore sui trent'anni dalla barba lunga ma curata:, "Buongiorno sono Kai Shiden, è lei il signor Graf?" chiede il visitatore presentandosi, l'uomo dalla parte del video accompagna la sua risposta con un cenno del capo: "Sì, sono io Mr. Shiden la stavo aspettando, prego terzo piano appartamento 123".
Dopo pochi minuti Kai Shiden viene accolto dal signor Graf all'interno del suo appartamento, il luogo è pulito ed ordinato, nonostante i segni lasciati dal tempo siano ben visibili su alcuni mobili.
"Stavo preparando del te, ne vuole un po' Mr. Shiden?"
"Ehm sì grazie signor Graf, ma mi chiami pure Kai se preferisce."
"Va bene Kai, allora mi chiami pure Willy."
"Perfetto senta ancora un favore, posso fumare?"
"Non in casa, abbiamo un balconcino riparato può fumare lì, mia moglie su questo è tassativa, abbiamo un figlio piccolo."
"Certo capisco, a proposito sua moglie è in casa?"
"No, è uscita col piccolo, starà fuori quasi tutto il pomeriggio."
"Sua moglie per caso non ha piacere di sentire parlare di certi argomenti?"
"Se è per questo nemmeno io sono a mio agio a parlarne, anche se sono passati ormai più di 15 anni."
"Comprendo il suo stato d'animo Willy, ho combattuto anch'io."
"Ah, anche lei è un reduce quindi, beh allora per quale motivo non scrive un libro autobiografico? Lei faticherebbe di meno ed il suo editore non dovrebbe spendere così tanti soldi per pagare le interviste ad altri reduci."
"La mia intenzione è quella di scrivere un libro, che tratti la vicenda della guerra da più punti di vista possibile, e poi il mio editore non è uno spilorcio, a proposito ad intervista terminata provvederò ad inviare il compenso pattuito sul suo conto. Quanto al resto, se per lei è davvero difficile parlare delle vicende della guerra, perché ha accettato questa intervista? Non credo sia solo una questione di soldi c'è dell'altro, vero?"
"Sarei un'ipocrita se le dicessi che i soldi non c'entrano, ma quello che mi ha spinto a farlo penso sia la curiosità, volevo capire perché dovrebbe interessarle tanto la storia di un soldato semplice di Zeon?"
"Anche un soldato semplice può avere qualcosa d'interessante da raccontare, e poi nel mio libro una sezione è dedicata alla battaglia di A Baoa Qu, lei ha combattuto quella battaglia e non ci sono molti reduci di Zeon ancora in vita per potersene vantare, quindi..."
"Una domanda Kai, anche lei ha combattuto ad A Baoa Qu?"
"Si, ma ero dall'altra parte, e francamente, in troppi hanno già parlato di quella vicenda dal punto di vista del vincitore, non potrei scrivere un altro libro del genere, avrei troppa concorrenza e non ne venderei neppure una copia!"
"Già, beh ora che ci siamo chiariti, direi che è il momento di iniziare, che ne dice?"
"Certo, accendo solo il registratore del palmare ed incominciamo!"

1 - UNA STORIA DA RACCONTARE

Side 3. 30 novembre anno 96 dell'era spaziale. Il piccolo taxi van si ferma esattamente nel punto indicato sulla mappa del navigatore...

Mario si dirige alla linea di produzione.
“Ciao Mario”
“Ehi ciao, secondo turno?”
“Si esco alle dieci anche stasera, maledetti incentivi alla rottamazione”.
Mario saluta qualche altro collega e raggiunge la linea.
Li c’è Paolo, collega e amico fin da quando erano ragazzini.
“Come sta Giovanni?” chiede Mario.
“Mi hanno detto sta bene ma per un paio di mesi sarà in infortunio”.
“Son contento per lui ma significa turni doppi per noi” borbotta Mario.
Nota qualcosa in un angolo, uno scarponcino slacciato.
“E quello?” chiede.
Paolo guarda “Bho? L’avrà lasciato qualcuno del primo turno”.
Mario si avvicina alla catena di montaggio, Paolo sta pulendo i rulli.
Vede una sostanza oleosa e rossastra, Paolo la sta pulendo con un panno umido.
“Per quando ne hai?”
“Eh dammi ancora qualche minuto che voglio tutto perfetto prima di far ripartire la catena”.

SCENA 1

Mario si dirige alla linea di produzione. “Ciao Mario” “Ehi ciao, secondo turno?” “Si esco alle dieci anche stasera, maledetti incentiv...

Anno 2070 una data che rappresenta un punto di svolta nella storia dell'umanità: i governi riuniti della Terra si trovano di fronte ad una situazione estremamente difficile, l'ecosistema del pianeta è al collasso, sovrappopolazione ed inquinamento sono arrivati a livelli estremi e continuare in questo modo significherebbe la totale distruzione del pianeta e la fine del genere umano.
I governanti del pianeta prendono così la decisione di lanciare un ardito piano di colonizzazione dello spazio, per dare un futuro ed una casa ad un consistente numero di terrestri e nel contempo una speranza di risanamento al pianeta in difficoltà.
La prima conseguenza di questa svolta epocale è il cambio del calendario: il 2070  A.D. diventa l'anno 1° dell'Era Spaziale (Universal Century).
Nell'arco di cinquant'anni miliardi di persone lasciano il pianeta Terra e si trasferiscono nello spazio, in colonie orbitanti formate da cilindri rotanti lunghi 40 kilometri e larghi 6, detti "Bunch" i raggruppamenti di bunch vengono chiamati "Side" e stazionano intorno alla Terra in zone chiamate: "Punti di Lagrange" dove non sono sottoposte alle forze gravitazionali degli altri corpi celesti. Vengono realizzati in tutto sette side, che diventano la casa delle nuove generazioni di esseri umani nati nello spazio: gli spazianoidi, che poco o nulla sanno del pianeta Terra e verso il quale nutrono un sempre minore attaccamento. Sul pianeta Terra intanto le nazioni si sono unite in un unico organismo politico sovrannazionale: la Federazione Terrestre.
Nel gennaio dell'anno 79 dell'era spaziale il gruppo di colonie di Side 3, precedentemente autoproclamatosi Principato di Zeon sotto la guida della famiglia Zabi, annuncia la propria indipendenza dalla Federazione Terrestre e nel contempo dichiara guerra a quest'ultima ed a tutti i suoi alleati, ha così inizio la "Guerra di un anno"!
Questo spaventoso conflitto che in poco tempo spazza via la metà dell'intera razza umana, vede impiegare per la prima volta nuovi strumenti bellici e nuove tattiche. Il primo strumento sono le particelle Minovsky, un sottoprodotto dei nuovi reattori a fusione, che riducono l'efficacia dei sensori e bloccano le comunicazioni a lungo raggio, il secondo sono i mobile suits, dei robot antropomorfi di dimensioni ragguardevoli, circa 18 metri, pilotati da un solo uomo ed in grado di colpire con estrema velocità e potenza le più lente ed ingombranti navi spaziali. Il primo ad utilizzare questi nuovi strumenti bellici è il Principato di Zeon, che durante la prima settimana di guerra elimina, sebbene a caro prezzo, la maggior parte delle forze Federali nello spazio, riuscendo persino ad invadere successivamente una buona parte del pianeta Terra.
Ben presto però anche la Federazione padroneggia le stesse tattiche del nemico e sviluppa anch'essa i propri mobile suits. In particolare il modello RX 78-2 Gundam, pilotato dal giovane e capace pilota Amuro Rey, fornisce un importante contributo nella lotta contro il Principato.
Durante il conflitto viene inoltre fatta un'importante scoperta: la razza umana si sta evolvendo verso un nuovo tipo d'individuo: i Newtype, esseri umani con facoltà mentali superiori alle persone comuni, che verranno arruolati per sfruttarne le capacità in ambito bellico.
Il terribile conflitto si protrae per tutto l'anno 79 dell'Era Spaziale terminando il 1 gennaio dell'anno successivo, dopo la sanguinosa battaglia presso l'asteroide fortezza di A Baoa Qu, con la vittoria della Federazione Terrestre.

0 - PROLOGO: UN PO' DI STORIA DAL FUTURO

Anno 2070 una data che rappresenta un punto di svolta nella storia dell'umanità: i governi riuniti della Terra si trovano di fronte ...

Ed eccoci arrivati alla fine di questo primo breve racconto basato su Touched by Evil.
Come promesso ecco il link per leggere l'actual play con i commenti dell'autore del gioco: vi accorgerete di come ci siano stati parecchi errori dovuti al fatto che per tutti noi era la prima partita in assoluto a TbE, ma anche di come questi errori non abbiano inficiato la buona riuscita della storia.


La mia personale esperienza con TbE è stata molto positiva: è un gioco che mantiene ciò che promette, e con un framing abbastanza aggressivo consente nel giro di 3 ore o poco più di portare a casa una storia inquietante fatta e finita.
Grazie quindi ad Alessandro Piroddi, l'autore, per aver sfornato questa chicca.
Grazie ai giocatori che assieme a me hanno collaborato a raccontare l'angosciante vicenda di Franco (you know who you are!).

Approfitto di questo post anche per un per un paio di segnalazioni di servizio.
Come avrete notato ho aperto una pagina Facebook del blog. Sebbene il cuore della piattaforma rimane e rimarrà qui, Facebook è un incredibile veicolo di comunicazione per far conoscere le storie che vengono scritte qui.
L'idea è quella di pubblicizzarlo in modo più energico nel prossimo futuro, ma nel frattempo serve creare un minimo di massa critica che parta da noi aficionados.
One Shot è cresciuto e sta crescendo, con più autori e più storie. Ognuno di noi ha amici potenzialmente interessati a seguire i nostri racconti, ma che magari per pigrizia o dimenticanza non visitano spesso il blog. Facebook rende facile l'accesso ai post.
Per cui, mipiacciate la pagina dal badge qui a fianco e invitate i vostri amici, conoscenti, familiari e animali domestici a fare lo stesso!
Le vostre storie ringraziano, meritano di essere lette! :)
(PS: se qualcuno volesse offrirsi per un aiuto nell'amministrazione della pagina e/o per l'amministrazione su altri social, faccia un fischio! Mi farebbe davvero piacere e... ce n'è bisogno!)

Concludo con "quello che bolle in pentola", e cioè ben 2 (e dico DUE) storie in partenza questa settimana!
Mr. Mist ci porterà con GUS nell'universo Gundam, mentre Nicholas folgorato sulla via di Damasco da Touched by Evil ci propone la sua prima one shot giocata al tavolo solo pochi giorni fa!


Buona lettura!

RINGRAZIAMENTI

Ed eccoci arrivati alla fine di questo primo breve racconto basato su Touched by Evil. Come promesso ecco il link per leggere l'actua...

Franco ferma il maggiolone in una piazzola lungo la provinciale. Non ha ancora incrociato nemmeno una macchina. Deglutisce. Non c’è nessun posto dove può fuggire. Forse questa è la notte in cui tutto finisce. Forse durerà di più, ma è solo questione di tempo.
La sua vista segnata ne è testimonianza, il Male è anche dentro di lui…
Osserva i suoi occhi nello specchietto retrovisore, infossati e acquosi. Un secondo graffio giallognolo sta già comparendo nel suo campo visivo.
Forse… forse ha ingerito acqua quando ha fatto la doccia… forse è stato infettato ancora prima, il giorno dell’incidente…
Franco esce dal maggiolone e urla la sua disperazione prima di mettersi a correre sotto la pioggia battente.
Corre a lungo riprendendo coscienza di sé solo dopo un tempo indefinito. Fradicio fino alle ossa si rende conto di aver perso lucidità mentale.
Pensa alla sua vita, a Sara, a Giada, ma i loro volti sono nebulosi.
I ricordi frammentari.
Si dispera prima di un ulteriore oblio. Si dispera nella consapevolezza di non essere più padrone di sé stesso. Si dispera mentre diventa uno di Loro.

SCENA 33

Franco ferma il maggiolone in una piazzola lungo la provinciale. Non ha ancora incrociato nemmeno una macchina. Deglutisce. Non c’è nessun...

Franco è terrorizzato da quel liquido giallo onnipresente, disorientato dalle parole di Ettore. Appena questi fa per avanzare verso di lui, d’istinto tira un calcio al tavolino con le bevande ribaltandolo.
Di fronte a quel gesto lo sguardo di Ettore si fa torvo e accusatorio, come se Franco avesse rovesciato la cosa più importante del mondo.
E’ un incubo, non deve restar qui un minuto di più.
Si affretta verso la porta con Ettore che accenna ad inseguirlo e si precipita fuori. Si ferma per un attimo e si sfrega l’occhio, il graffio nel suo campo visivo è sempre più ampio e fastidioso.
Quando si gira verso la strada, nota ancora la macchina dei carabinieri che si avvicina: dal finestrino abbassato Ciro lo indica con un dito.
Tossisce, l’odore di putrefazione invade l’aria, è ovunque!
Fugge in macchina e parte sgommando, correndo come un pazzo nella notte sulle strade deserte di provincia.
Deve fuggire, ma… dove?

SCENA 32

Franco è terrorizzato da quel liquido giallo onnipresente, disorientato dalle parole di Ettore. Appena questi fa per avanzare verso di lui...

Nonostante l’avversione, Franco usa una penna che aveva nel taschino della giacca per premere il pulsante del citofono di Ettore, dopodiché la scaglia lontano.
Senza chiedere nulla l’amico gli apre. Franco conosce la strada: spinge la porta del piccolo condominio e sale le scale fino all’appartamento. Bussa energicamente e da dentro la voce di Ettore lo invita ad entrare.
Ettore è seduto in soggiorno e fissa la TV. Franco avanza cauto, l’amico non distoglie lo sguardo dallo schermo. A fatica nella luce soffusa nota che il suo colorito è insolitamente giallo.
– Accomodati, stavo guardando la TV. Unisciti a me, beviamo qualcosa, ti offro una birra.
Ettore indica due bicchieri già pronti sul tavolo – come faceva a sapere che sarei…?
Il liquido potrebbe sembrare birra, ma il colore giallo è troppo intenso.
– Cosa sta succedendo Ettore? – chiede Franco confuso. – Sei... sei strano…
Ettore si volta e lo fissa con occhi spiritati, sibilando: – Io ho capito, presto capirai! Assaggiando questo nettare antico, NOI SAREMO TUTTO!!!

SCENA 31

Nonostante l’avversione, Franco usa una penna che aveva nel taschino della giacca per premere il pulsante del citofono di Ettore, dopodich...

Franco è sconvolto, non riesce nemmeno a pensare.
Sente un istintivo bisogno di aria, si avvicina alla finestra e la spalanca nonostante la stagione.
L’azione è provvidenziale, perché vede avvicinarsi dal fondo della strada l’auto dei carabinieri che procede a passo d’uomo a lampeggianti spenti.
Ha paura, si sente in pericolo.
Afferra le chiavi del maggiolone e si fionda fuori casa, senza chiudere la porta, incurante di Sara.
Sale veloce in macchina e mette in moto, riuscendo a partire prima che i carabinieri siano lì davanti. Deve andare a casa di Ettore, non sa esattamente perché, forse per cercare aiuto. E’ confuso e spaventato.
In pochi minuti è dall’amico che abita poco distante. Parcheggia in malo modo e corre al citofono. Sta per suonarlo ma si paralizza: i tasti sono sporchi di liquido giallo.

SCENA 30

Franco è sconvolto, non riesce nemmeno a pensare. Sente un istintivo bisogno di aria, si avvicina alla finestra e la spalanca nonostante l...

Franco torna su suoi passi, e alla svelta. Ha già fatto troppe cazzate stanotte. Gli è andata bene finora e non ha la minima intenzione di dover spiegare una nuova infrazione al maresciallo.
Guida rapido sotto la pioggia battente che nel frattempo ha cominciato a cadere. Per tutto il tragitto non riesce a togliersi di dosso e dalle narici quell’odore terribile.
Quando arriva a casa, Sara dorme ancora.
Si fionda in bagno, si spoglia e si butta sotto la doccia bollente. Sfrega energicamente, ma l’odore sembra non andarsene. L’acqua gli scorre sul viso e sul corpo.
Abbassa gli occhi sul piatto doccia, e con un brivido realizza che l’acqua non è come al solito perfettamente limpida, ma tinta di un leggero colore paglierino.
Per Franco è come se qualcosa si spezzasse. Realizza che tutto ciò che sta accadendo è qualcosa di molto più ampio di quanto abbia finora sospettato: gli incidenti in tutto il mondo, l’acqua contaminata... Qualcosa di enorme e terribile sta avvenendo, ben oltre il semplice incidente di camion avvenuto su una tangenziale di provincia. Di qualunque cosa si tratti - una multinazionale, un complotto globale - è stato tutto nascosto, insabbiato! E lui – forse solo lui – se ne è reso conto!
Esce dalla doccia schiacciato dal peso delle sue considerazioni, si veste frenetico, va in soggiorno e accende nervosamente la TV. Il segno giallo è sempre là.
Si gira verso Sara che dorme ancora sul divano, ma questa volta il segno giallo non sparisce, è ancora lì nel suo campo visivo…
…il segno non è nelle apparecchiature elettroniche, è nel suo occhio!

SCENA 29

Franco torna su suoi passi, e alla svelta. Ha già fatto troppe cazzate stanotte. Gli è andata bene finora e non ha la minima intenzione di...

Non c’è nessuno, solo il rumore delle macchine pneumatiche e sbuffi di vapore. Con un colpo secco apre il finestrone e si solleva per entrare. Una pila di cisternette gli fa da scala dal lato interno. Quando è a livello del terreno, si rende conto che il capannone non è pavimentato, ma sorge sulla terra battuta.
Come è possibile? Al giorno d’oggi non è tollerabile per uno stabilimento chimico!
Passa tra grovigli di tubazioni, da cui spesso gocciola un liquido giallo come quello che aveva notato sul luogo dell’incidente, caratterizzato da quell’odore nauseabondo. Svariati di questi tubi sembrano non andare da nessuna parte e ad un certo punto della loro corsa si interrano. Attorno crescono gli stessi rampicanti visti alla casa cantoniera.
Che diavolo fanno qui? Cos’è questa sostanza che odora di marcio? Qualunque cosa sia questa roba percola nel terreno, va sottoterra!

SCENA 28

Non c’è nessuno, solo il rumore delle macchine pneumatiche e sbuffi di vapore. Con un colpo secco apre il finestrone e si solleva per entr...

Franco guida solitario nella notte il suo maggiolone. Il riflesso sfuocato dalla foschia dei lampioni scorre sul parabrezza. Ha lasciato Sara a dormire sul divano, uscendo senza dirle niente, sperando che la stanchezza la trattenga tra le braccia di Morfeo fino al mattino.
Il punto segnato sulla mappa, destinazione del camion, corrisponde ad un’area apparentemente dismessa nella periferia di un paese limitrofo.
Il sito è circondato da un’alta cancellata con filo spinato, strano per un’area abbandonata, o forse solo ciò che rimane di tempi migliori. Le sterpaglie, gli arbusti che contornano il perimetro sono insolitamente rigogliosi e sviluppati, come lo erano i rampicanti alla casa cantoniera. L’ormai inconfondibile odore marcescente aleggia nell’aria.
Franco riaccende il telefono misterioso per controllare se è nel posto giusto. Facendolo, nota un altro dettaglio: c’è una sorta di traiettoria che collega in linea d’aria questo posto e la casa cantoniera, ed un’altra traiettoria che dalla casa va ad un punto fuori mappa, in quella sezione non caricata. Intuisce però che il tratto in mappa ripercorre la stradina sterrata a lato tangenziale.
Franco ripone il telefono, non è il momento di distrarsi dal suo obiettivo primario. Illuminando con la torcia elettrica segue il perimetro fino a quando non trova un punto della recinzione in cui riesce ad aprirsi un varco col tronchese.
Ci sono molteplici cataste di fusti metallici e in plastica, da cui non proviene però quell’odore pungente. In fondo, un capannone industriale dalle cui vetrature opacizzate proviene un debole bagliore giallastro.
Va verso l’edificio. Individua una finestra rotta, da cui potrebbe sbirciare dentro, ma è in alto.
Senza perdersi d’animo fa rotolare dei fusti vuoti impilandoli per arrampicarsi. Facendo molta attenzione raggiunge l’apertura mettendosi in punta di piedi e riesce a sporgersi quanto basta per scrutare l’interno.
Vede qualcosa che non riesce a capire: è una sorta di grande impianto, una macchina che potrebbe essere un insieme di miscelatori, presse, sistemi per imbottigliare sostanze chimiche. Il tutto avvolto da un inquietante alone di vapori giallastri.

SCENA 27

Franco guida solitario nella notte il suo maggiolone. Il riflesso sfuocato dalla foschia dei lampioni scorre sul parabrezza. Ha lasciato S...

Il numero due.
Due incidenti in Germania allo stesso impianto.
Due aerei caduti alla stessa ora.
La sua ricerca inizia dai quotidiani nazionali, poi su quelli locali della Lombardia. Quasi non riesce a crederci quando trova la coincidenza che cercava.
Lo stesso giorno, alla stessa ora dell’incidente sulla tangenziale qui vicino, un altro mezzo pesante si è ribaltato sulla tangenziale Nord di Milano.
Franco è allibito ed elettrizzato. Non era una sua ossessione, né la sua immaginazione. C’è davvero un filo conduttore, non sono solo coincidenze, qualcosa di profondo collega tutti questi eventi. E forse questo spiega il comportamento dei carabinieri, che volessero insabbiare?
Riprende il telefono trovato sul camion, lo sblocca. Lo schermo è vuoto e anonimo come la prima volta che l’ha acceso. Muove il dito sul touchscreen, come per fare scrolling. Ad un tratto nota comparire una sorta di mappa in negativo: è come se avesse mosso lo schermo da quelle sezioni di mappa che non si caricano quando si apre Google Maps su una zona invece scaricata correttamente.
Esulta mentalmente.
Una indicatore segna un punto preciso che l’autista stava seguendo o si era memorizzato sul telefono. Controlla immediatamente sul web le coordinate: corrispondono al sito di un’azienda abbastanza anonima, ma che dopo alcune ricerche risulta niente meno che una controllata dalla società chimica del TPK!
Il camion proveniva da là o andava là.
Ed è là che anche Franco decide di dirigersi.

SCENA 26

Il numero due. Due incidenti in Germania allo stesso impianto. Due aerei caduti alla stessa ora. La sua ricerca inizia dai quotidiani nazi...

E’ sera tardi, Sara dorme sul divano. Franco la guarda, non l’ha mai vista così avvilita e turbata. Sono andati a riprendere le macchine, sono tornati, hanno discusso. Non violentemente. Accoratamente è il termine giusto. Sara vorrebbe solo che lui la smettesse con queste sue ossessioni.
Ma ora dorme, non vede, e Franco non può lasciar perdere.
Si mette al PC, che come tutti gli schermi presenta il solito e insolito segno in alto a sinistra, e cerca su internet TPK legando però la parola chiave all’ambito chimico. E finalmente fa centro.
Esiste un’azienda globale – ben poco visibile – che produce un composto chimico con quella sigla.
E’ così eccitato dalla scoperta che potrebbe cercare informazioni per tutta la notte, ma decide di spegnere tutto per evitare di irritare Sara nel caso si svegliasse. Meglio andare a dormire.
Si alza dalla sedia, ma un’intuizione lo folgora. Mettendo da parte ogni buon proposito riaccende il portatile e continua la sua ricerca.

SCENA 25

E’ sera tardi, Sara dorme sul divano. Franco la guarda, non l’ha mai vista così avvilita e turbata. Sono andati a riprendere le macchine, ...